20080618

Anabattisti - Chi sono realmente: cinque secoli di Interessate calunnie e mistificazioni



"A quanti credono che l’ora viene sempre in cui la verità rende giustizia ai suoi testimoni, anche se la storia ha dato loro torto."
Ugo Gastaldi-
(Storia dell'Anabattismo, vol. I - Claudiana Ed.)



Il Movimento Anabattista
Calunnie e Verità




Nel XVI secolo la Chiesa Cattolica esercitava, sin dal Medioevo, il potere di nominare e deporre Imperatori, Re e Principi affermando che, in base al diritto divino, ogni potere, sia spirituale che temporale, doveva essere a lei soggetto. La nascente Riforma Protestante contestava tale principio ma, non riuscendo a liberarsi completamente dalla cultura del tempo, riteneva comunque necessario che le autorità civili tutelassero e proteggessero la Chiesa.
Nel 1525 un piccolo gruppo di cristiani, insoddisfatto dalla Riforma ecclesiale introdotta e sviluppatasi nella città di Zurigo, diede origine ad un Movimento dalla storia drammatica e ricca di testimonianze di fede. Sulla base di un’attenta lettura del Nuovo Testamento, questo gruppo di cristiani riteneva che la Chiesa dovesse essere totalmente libera e senza privilegi, separata da ogni potere secolare e costituita solo da coloro che, accettando liberamente e per fede Gesù come Salvatore, si fossero impegnati, testimoniandolo formalmente con il battesimo, a seguirne gli insegnamenti e ad imitarlo nella propria vita quotidiana (1Gv. 2:6).


Le quindici persone che formavano questo piccolo gruppo e che, considerando nullo il battesimo ricevuto da infanti, si fecero ribattezzare a Zurigo la notte del 21 gennaio 1525 (tra le quali ricordiamo Conrad Grebel, Felix Manz e Blaurock) furono senza dubbio i primi “anabattisti”. Pur costituendo di fatto una comunità, questo Gruppo non ebbe tempo, dopo il battesimo dei suoi membri, di dare inizio ad una vera vita comunitaria perché, imprigionati od espulsi da Zurigo, fu costretto a disperdersi. Ma la dispersione ne fece una pattuglia di appassionati missionari che riuscirono a comunicare il fuoco della loro fede a un numero impressionante di persone di ogni ceto. Specialmente, a quelli popolari degli artigiani e dei contadini che nella loro semplicità sentivano più profondamente la necessità di giustizia, eguaglianza e novità di vita ”. (1)

I veri motivi della persecuzione

La libertà di coscienza contenuta nel principio anabattista che la Chiesa fosse costituita solo da persone che liberamente avessero scelto di seguire Cristo, urtava profondamente contro ogni interesse di potere, sia ecclesiastico che civile. Per questi poteri la Chiesa doveva essere chiesa di massa alla quale si apparteneva obbligatoriamente per dovere di nascita o per effetto di un battesimo comunque ricevuto. Gravissime sanzioni erano riservate ai cristiani che per qualsiasi motivo non avessero battezzato i propri neonati. Questo era il modo per costituire quella catena ininterrotta che dava origine alla chiesa di massa e all'obbligatorietà di un'unica religione, quella cattolica. L'abbandono poi del cattolicesimo per un'altra religione, cioè l'apostasia, era considerato un crimine gravissimo da punirsi con la morte. Una norma la cui applicazione era affidata all'Inquisizione.

Il battesimo era quindi considerato un sacramento di stato. Ricevendolo si acquisivano i " diritti civili ", allora in realtà ben poca cosa, ma contemporaneamente la persona veniva sottoposta al potere coercitivo sia ecclesiastico che civile. In sostanza, una chiesa formata solo da professanti, che necessariamente presupponeva una scelta e quindi la libertà di coscienza, minava ogni potere della Chiesa, mettendo in pericolo anche l’autorità civile che su di lei si appoggiava e trovava giustificazione.
Sotto quest’aspetto si trovarono concordi cattolici, protestanti e autorità civili.


I veri principi "rivoluzionari"


A soli due anni dalla nascita del Movimento, nel 1527, i rappresentanti delle nuove Comunità si riunirono a Schleitheim per redigere un Fraterno Accordo che, senza voler essere una confessione di fede, aveva come obiettivo di confermare, in sette articoli, i principali Valori Evangelici proclamati e vissuti da queste Comunità. Poiché questi gruppi, accogliendo il Messaggio di Gesù:
  • battezzavano solo gli adulti, negando ogni validità al battesimo dato ai neonati, considerato nullo perché incosciente e privodella conversione e dell’impegno personale a seguire Cristo;
  • rifiutavano ogni forma di violenza fisica e morale, sia a offesa che a difesa, tale da giungere alla non resistenza;
  • rifiutavano il giuramento;
  • rifuggivano da ogni potere ed onore;
  • si consideravano fratelli e sorelle sottolineando la necessità di una piena e profonda solidarietà vicendevole, spirituale e materiale;
  • si consideravano una Comunità di eguali, ove non vi era chi comandava od obbediva ma solo Cristo vivente era la Guida ed il Maestro;
  • riconoscevano e confermavano liberamente i doni “elargiti dallo Spirito” a chi, uomo o donna, veniva chiamato al servizio della Comunità;
  • rifiutavano la necessità di ogni mediazione clericale, poiché solo Gesù è l'unico Mediatore tra Dio e l'uomo;
  • riconoscevano nella Bibbia, per mezzo dello Spirito, la Parola di Dio che consideravano quale unica norma di vita alla luce della figura del Cristo;
era della massima evidenza la necessità, per chi deteneva il potere, di giungere ad una loro pronta e determinata eliminazione. Per combattere un nemico, o definito tale, era però indispensabile, ieri come oggi, assegnargli un nome, soprattutto di fronte ad un movimento non strutturato che viveva nella luce della libertà dello Spirito e che, non dandosi altro nome se non quello di sorella o fratello in Cristo, considerava ogni Comunità di professanti la vera Chiesa di Cristo.
Questo nome fu trovato: Anabattisti ovvero “coloro che ribattezzano ”. Si era ricorsi all’antico Codice Giustiniano, vecchio di oltre mille anni, e fu considerata una scelta geniale. Ribattezzare, nell’antico Codice, era un reato che prevedeva la pena di morte (CJ 6.2.1.) in quanto la religione, quella Cattolica, era unica e obbligatoria.

Fu lo strumento ideale per una persecuzione violenta, rapida, terrorizzante, priva di ogni tutela giuridica. Tale strumento si rivelerà ben presto non solo della massima efficacia, ma soprattutto consentirà di raggruppare sotto il nome di “anabattisti” ogni movimento dissidente: dai seguaci di profeti visionari ai millenaristi e violenti neo-Melchioriti di Münster.... Con abile propaganda si riuscì anche a mistificare e ad occultare le vere caratteristiche di un Movimento pacifico e non resistente che proclamava (in nome di Cristo e con secoli d'anticipo) il diritto alla libertà religiosa e di coscienza, la netta separazione tra la Chiesa e lo Stato ed il rifiuto assoluto (anche a costo della vita) dell'uso di qualsiasi tipo di violenza, sia a offesa che a difesa.A quel tempo, queste idee e comportamenti erano considerati veri e propri principi "rivoluzionari" !
Ora la caccia era iniziata: non potevano esserci “ anabattisti ”!

Ci pensò l' Imperatore Carlo V a formalizzarla e a renderla ancor più veloce. Così il 12 aprile 1529 promulgò l' Editto di Spira: " Ogni anabattista, ribattezzato per aver raggiunto l'età della ragione, uomo o donna che sia, deve essere condannato a morte, sia con la spada, sia con il fuoco, sia con ogni altro mezzo, senza alcun processo preliminare "!
Ma anche questo non fu considerato sufficiente e si stabilirono taglie su ogni anabattista catturato. Nacquero così i famigerati cacciatori di taglie che, per decenni, assetati di danaro e instancabili, imperversarono in tutto l'Impero. Chi non riusciva a fuggire, abbandonando ogni cosa (ed il problema era dove fuggire) era catturato, torturato ed ucciso.
Migliaia e migliaia di cristiani, in tutta Europa, testimoniarono con la sofferenza e con il proprio sangue, di fronte ad altri “cristiani”, la loro fedeltà al Vangelo di Gesù.

La mistificazione storica sull’Anabattismo (2) è stata così profonda e astuta che nonostante i numerosi e approfonditi studi apparsi nell’ultimo mezzo secolo, che hanno svelato il vero volto dell'anabattismo, spesso ancora oggi, si vogliono identificare gli anabattisti con i visionari, sanguinari ed esaltati neo-Melchioriti di Münster. Il che è il peggior insulto che può essere fatto a questo movimento che rivendicò la netta separazione tra lo stato e la chiesa, la libertà religiosa e di coscienza, facendo della non violenza e della non resistenza la propria bandiera.
Roberto Derossi


NOTE:
(1) Mentre gli anabattisti stavano iniziando il loro cammino, dopo la "radicale rottura" con la chiesa di stato, e annunciavano un messaggio di autenticità cristiana e di pace, in altro contesto e in altro luogo si consumava e si concludeva, a Frankenhausen, il dramma della cosiddetta guerra dei contadini. Essa terminava, dopo un anno di sommovimenti, non con la battaglia di Frankenhausen ma con il macello di Frankenhausen, perché i contadini che si erano radunati più per manifestare che per combattere, alla prima cannonata, si dettero alla fuga terrorizzati, caricati senza pietà dalla cavalleria dei principi fin sotto le mura della città. Delle ottomila persone che si erano radunate, ne furono così uccise 5000 mentre il loro ultimo profeta e condottiero Thomas Müntzer veniva decapitato il 27 maggio 1525.
(2) Per secoli, gran parte della mistificazione storica si deve al libro Der Widertäufferen Ursprung (L'Origine degli anabattisti) di Heinrich Bullinger 1504-1575), successore di Zwingli a Ginevra e acerrimo nemico degli anabattisti. Comparso nel 1560, costituiva la sintesi di tutte le calunnie sino ad allora addossate agli anabattisti dalla loro comparsa nel 1525. L'opera di Bullinger (molto polemica e ben poco storica), tradotta in latino e ampiamente diffusa, venne considerata l'ultima e definitiva parola sull'anabattismo. Chi voleva parlare di anabattismo e della sua origine (sia che fosse un cattolico o un protestante) doveva rivolgersi a questo testo.... (cfr. U. Gastaldi, op.cit. I, pag. 37 e segg.).Una citazione particolare deve essere riservata anche all'opuscolo "Tumultuum Anabaptistarum liber unus" di Lamberto Monforzio (Lambertus Hortensius Monfortius), pubblicato nel 1548 e successivamente più volte riedito. In questo misero pamphlet di una cinquantina di pagine, si prende spunto dalla cronaca dei fatti di Münster, per spacciare falsità e calunnie per verità storica e attribuire ogni male possibile agli anabattisti, fingendo di non sapere che era un principio fondamentale della loro fede cristiana, non solo il rifiuto assoluto di usare le armi sia a offesa che a difesa, ma anche l'obbligo di osservare il principio della non-resistenza. Evidentemente a Münster ci si trovava di fronte a un Gruppo visionario, rivoluzionario, millenarista e violento (una devianza della corrente Melchiorita) che nulla aveva a che fare con l'anabattismo, ma, tant'è, per i suoi nemici (si tenga presente che l'Editto di Spira era del 1529, quindi sei anni prima di Münster!) si presentava un'ottima occasione per poter meglio calunniare e colpire questo Movimento, come si dimostrò nei mesi ed anni successivi. Viene citato questo opuscolo in quanto, purtroppo, in Italia la conoscenza e la descrizione degli anabattisti si è fondata, per oltre un secolo, sulla sua traduzione, avvenuta nel 1861, e che, a maggior mistificazione storica, ne modificò anche il titolo in "Gli Anabattisti", identificando, con ciò, l'anabattismo con quanto era accaduto a Münster. A peggiorare le cose, la traduzione fu recensita prontamente e con somma ammirazione dalla Civiltà Cattolica dello stesso anno, alla pagina 346 !
Per la storia dell’Anabattismo si veda: Ugo Gastaldi - Storia dell’Anabattismo, Vol. I e II – Ed. Claudiana, 1972-1981.
Su Melchior Hofmann, ivi pag. 291 e segg., su Munster e i neo-Melchioriti, ivi pag. 511 e segg.
Per la Cristologia Anabattista si veda: Neal Blough – Christologie Anabaptiste – Ed. Labor, 1984 (In francese).
Per un parziale recupero della verità storica, si veda : Rapporto del dialogo Mennonita/Cattolico "Chiamati insieme ad essere costruttori di pace" (2003).-->

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