Anabaptists in Italy
ASSOCIATION OF CHRISTIAN COMMUNITIES:
A REALITY
A REALITY
One can say without doubt that the "Association of Christian Communities" owes much to the great historian of Anabaptism who was Ugo Gastaldi (1910-2007).
Some of us, today, now graying, about thirty years ago reflecting on
the massive two-volume work entitled " History of Anabaptism " and by meeting
attendance with its author, they discovered the courageous instances of this
movement that, by a careful reading of the Gospel message, they rediscovered the
church of believers - discipleship, community of equals, the renunciation of all
forms of violence and the rejection of any power in the world.
It was a seed that had been donated
and hoped that sprouted relying completely to the Spirit of God would lead us according to
his designs.
This seed, which is enlivened by faith, now has become the reality
that is the Christian
Communities. They do not
claim any title of distinction, except that of being formed
as disciples of Christ. This is because they believe that only the witness of
life may define their identity.
The "Association of Christian
Communities" today is made up of four local communities, autonomous
and with their individuality, located in Northern Italy (in Rho and St. George sL, near Milan) and in the South (Palermo and Capaci), also is forming a small
community even in Rome.
The total number of believers is a total of 231 people. Their spiritual growth,
but also numerical, has shown significant. From time to time there has been an
increase in both the number of new believers and people who come and attend our
communities with particular interest.
The Christian
Communities are inspired by the principles of the Anabaptist tradition, without bothering to draw particular
confessions of faith that can stifle not only the spirit but also alter the
effective witness of Christ's message in their own time. They believe that only
the "figures" of Jesus and
"His lifestyle", as contained
in the Scriptures, to be considered the only foundation on which to shape the
life of the disciple, enlightened and strengthened by the power of the Holy
Spirit.
Since they can only rely on their own
strength, without any outside help, these Communities are often forced to suffer
restrictions in their activities. However, they are "rich" because Communities has
set all their trust in their Lord and Savior Jesus
Christ
L' “Associazione Comunità Cristiane” : una realtà
Si può indubbiamente affermare che
l' “Associazione Comunità Cristiane” deve molto a quel grande storico
dell’anabattismo che fu Ugo Gastaldi (1912-2007).
Alcuni
di noi, oggi ormai incanutiti, oltre trent' anni fa accostandosi a quella
poderosa opera in due volumi intitolata “Storia dell’Anabattismo” e incontrando
con assiduità il suo autore, scoprirono le coraggiose istanze di questo
Movimento che, da una attenta lettura del messaggio evangelico, aveva riscoperto
la chiesa dei credenti, il discepolato, la comunità tra eguali, la
rinuncia ad ogni tipo di violenza ed il rifiuto di ogni potere del mondo.
Era un seme che ci era stato donato e speravamo che germogliasse affidandoci completamente allo Spirito di Dio che ci avrebbe condotto secondo i suoi disegni.
Questo seme, irrorato dalla fede, oggi si è trasformato in quella realtà che è l' “Associazione Comunità Cristiane”. Esse non pretendono alcun titolo di distinzione, tranne quello di essere formate da discepoli di Cristo. Questo perché credono che solo la testimonianza di vita possa definirne l’identità.
L’ ”Associazione Comunità Cristiane” oggi risulta composta da quattro Comunità locali, autonome e con una loro individualità, situate nell’Italia del nord (a Rho e a S. Giorgio SL - (Milano) in quella del sud (a Palermo e a Capaci), inoltre è in formazione anche una piccola Comunità a Roma. Il totale dei credenti è complessivamente di 321 persone. La loro crescita spirituale, ma anche numerica, si è mostrata significativa. Periodicamente si può constatare un aumento sia del numero dei nuovi credenti sia delle persone che si avvicinano e frequentano le nostre Comunità con particolare interesse.
L' "Associazione Comunità Cristiane" si ispira ai principi di fede anabattisti, senza tuttavia preoccuparsi di redigere particolari confessioni di fede che possono soffocare non solo lo Spirito ma anche alterare un’efficace testimonianza del messaggio di Cristo nel proprio tempo.Essa crede infatti che solo la “Figura” di Gesù e il “Suo stile di vita”, come emergono dalle Scritture, devono considerarsi l’unico fondamento sul quale si deve modellare la vita del discepolo, illuminato e corroborato dalla potenza dello Spirito Santo.
Poiché possono contare solo sulle loro forze, senza alcun aiuto esterno, queste Comunità spesso sono costrette a soffrire limiti nelle loro attività. Tuttavia sono Comunità "ricche" perché ogni loro fiducia è posta nel loro Signore e Salvatore Cristo Gesù.
La CHIESA
una Comunità di credenti,
nati dallo Spirito,
riuniti intorno a Gesù Cristo
una Comunità di credenti,
nati dallo Spirito,
riuniti intorno a Gesù Cristo
- Tutti i membri della Chiesa, o Comunità di Cristo, sono dei credenti nati dallo Spirito.
- E’ lo Spirito Santo che crea questa Comunità ed in essa è la Persona e la Parola di Gesù Cristo che costituisce il criterio d’ogni discernimento.
- In questa Chiesa, o Comunità, non deve esserci nessun interprete privilegiato della volontà di Dio.
- E’ compito dei membri della Comunità dei credenti interpretare la Scrittura e discernere la volontà del Padre.
UNA COMUNITA' DI CREDENTI, NATI DALLO SPIRITO
La
Chiesa è l’opera dello Spirito Santo, è il frutto della presenza del Cristo
nella vita dei suoi discepoli, per questo la vera Chiesa è una Chiesa visibile
che si realizza nella Comunità composta da credenti, cioè da coloro che hanno scelto, ricevendo il
battesimo, di dire pubblicamente di sì all’offerta della grazia di Dio in Gesù
Cristo. La vera Chiesa non può essere solamente “conosciuta da Dio solo”, ma
deve essere visibile a tutti, chiunque esso sia: i segni distintivi di questa
Chiesa sono il pentimento, la nuova nascita e la nuova vita dei suoi membri. E’ una Chiesa che testimonia di essere composta
da discepoli obbedienti e impegnati a seguire, imitandolo, il loro Signore e
Maestro, Gesù Cristo. Ovunque si riuniscono i discepoli , nel nome di Gesù, per
formare una Comunità, ivi è presente la vera Chiesa; senza alcuna necessità di riconoscimenti
o autorizzazione di una qualsivoglia “autorità” religiosa.
LO SPIRITO SANTO E LA PAROLA DI GESU'
La Chiesa è una realtà che può sussistere e
cominciare in ogni punto dello spazio ed in ogni momento del tempo, perché si
fonda sul Cristo della fede e sull’amore fraterno, senz’altra mediazione ed
autorità che quella pura, semplice e sola della sua Parola.
Se
pensiamo ai credenti dell’epoca della Riforma, soprattutto a coloro che vennero
perseguitati per la loro fedeltà a Cristo, constatiamo che sebbene a
quell’epoca la maggior parte delle persone non sapesse leggere né scrivere,
essi conoscevano lunghi passi delle Scritture. Imprigionati, impressionavano
sovente i loro persecutori recitando a memoria i fondamenti biblici della loro
fede, capitolo per capitolo, versetto per versetto. I membri di una Comunità,
costituita attorno a Cristo nello Spirito Santo, hanno l’obbligo di rispondere
della loro fede e di essere in grado di spiegarla e di difenderla dal punto di
vista biblico.
L’AUTORITA’, NESSUN INTERPRETE PRIVILEGIATO
.Una
chiesa di credenti implica che tutti quelli che ne fanno parte sono depositari
dell’autorità. Ciò significa che nella Comunità non vi sono membri dotati di
speciali poteri che li mettano al di sopra degli altri e li rendano quindi
diversi. L’autorità, ovvero il potere, è esercitata esclusivamente dalla
Comunità riunita: è un potere unitario e indivisibile. Nessuno viene quindi
delegato a comandare su altri che devono ubbidire: è una chiesa di eguali.
L’insegnamento di Paolo sul corpo di Cristo e particolarmente sul rapporto tra
l’unico corpo e le sue membra (1Cor.12:12-31) deve essere letto alla luce del
noto insegnamento di Gesù ai discepoli, secondo cui nessuno tra loro deve farsi
chiamare maestro o guida, perché essi hanno nel Cristo l’unico Maestro e
l’unica Guida e sono tutti fratelli.
MINISTERI E CARISMI
Se
in questo tipo di comunità non ci sono dei diversi rivestiti di qualche potere,
resta valido l’insegnamento Paolino della diversità dei ministeri o dei
servizi, ai quali vengono preposti quei membri in cui siano riconosciute dalla
comunità le capacità adeguate o, meglio, i “doni” largiti liberamente ed
illimitatamente dallo Spirito Santo. E' sempre la Comunità che giudica i
carismi, chiama al ministero e ne controlla l’adempimento. E’ sempre il
ministero che fa i ministri: non ci sono cioè ministri investiti di tale
qualifica indipendentemente dal ministero e al di fuori della comunità. Nel
ricercare la volontà di Dio talvolta la comunità non riesce a condividere un
giudizio o a prendere una decisione unanime. In questo caso la comunità deve
raccogliersi in preghiera per verificare la propria fedeltà a Cristo e
astenersi da qualsiasi decisione non unanime in base al principio che se nella
comunità non c’è unanimità non c’è lo Spirito Santo.
LIBERTA’ DI ANNUNCIO
Al
centro della vita comunitaria è l’annuncio della Parola. Il ministero della
Parola, nelle varie forme della predicazione, della meditazione e dello studio,
unitamente alla preghiera e alla conseguente ricerca della volontà di Dio, deve
essere il centro dell’attività della Comunità riunita. L’obiettivo per il
singolo credente e per la Comunità è rendere la Parola di Dio “Parola vissuta”
per poter essere annunciata. Questo ministero della Parola comporta che anche
la predicazione sia un carisma che non lega lo Spirito Santo ad alcuni membri
della Comunità ad esclusione di altri. Anche quando la Comunità riconosce e
designa, più o meno stabilmente, dei “Servitori della Parola” o dei “Pastori” o degli "Anziani", resta valido il principio della libertà di
predicazione. Questo diritto può essere chiamato il “diritto di quelli che
stanno seduti”, con riferimento ad un non equivoco testo Paolino (1Cor.14:30),
secondo cui questa era anche la prassi nella chiesa primitiva. Ciò che occorre
mettere in evidenza è che il carisma fa il predicatore, e non la scuola o la
preparazione, in virtù del dono dello Spirito.
.
.N.B.
- Nella redazione del presente articolo mi sono richiamato, in particolare, al
testo di una conferenza tenuta da Ugo
Gastaldi dal titolo "L'eredità
della Riforma Radicale".
(Roberto Derossi)
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