20090316

Gli anabattisti e il battesimo

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IL . B A T T E S I M O
SUOI ASPETTI NELLA BIBBIA E NELLA COMPRENSIONE ANABATTISTA

 Un battesimo di anabattisti olandesi. Incisione del 1614
  • La riunione: si svolge in una normale casa d'abitazione, come si evince dalla presenza del letto (la chiesa non è un edificio ma una Comunità vivente).
  • A sinistra: l'impegno di osservare la Bibbia come Parola di Dio.
  • Al centro: il battesimo per effusione.
  • A destra: la registrazione del discepolo a membro della Comunità.
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Se concentriamo la nostra attenzione all'Epistola agli Efesini e, precisamente, sui primi sei versetti del capitolo 4, notiamo i tratti salienti della teologia paolina intorno ad alcune verità. "Uno solo è il corpo, uno solo è lo Spirito come una sola è la spe­ranza alla quale Dio vi ha chiamati. Uno solo è il Signore, una sola è la fede, uno solo è il battesimo. Uno solo è Dio, Padre di tutti, al di sopra di tutti, che in ogni cosa è presente ed agisce". L'apostolo Paolo, con queste affermazioni, illustra quei principi dottrinali che costituiscono il fondamento su cui viene radicato ogni credente.

Soffermiamoci a considerare il battesimo ed i significati che sono racchiusi in esso.
Primariamente, Gesù Cristo, nel suo mandato ai disce­poli ha comandato di andare ad ammaestrare tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro ad ubbidire a tutto quello che Lui aveva proclamato (Mt 28:18-20). La chiesa primitiva, rifacendosi al comando di Cristo risorto, praticava il battesimo soltanto a coloro che l'annuncio del vangelo aveva indot­to alla "penitenza e alla fede". La fede in Gesù Cristo, suscitata dal­l'ascolto della Parola, costituisce la caratteristica essenziale per ri­cevere il battesimo che assume due aspetti: quello spirituale o batte­simo dello Spirito e quello formale o battesimo d'acqua.
I due battesimi o piuttosto i due momenti dello stesso battesimo cristiano sono distinti e uniti. Infatti il Nuovo Testamento non spiega separatamente i due battesimi, tranne in qualche caso (vedi ad es. Atti 10:44-48), per cui si identificano in uno solo che viene ricevuto una volta per sempre.

Quando Paolo, scrivendo ai Corinzi, afferma "Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo", egli allude ad uno dei due aspetti del battesimo cristiano, quello spirituale, ma non c'è dubbio che il battesimo sia stato anche in acqua.
Detto ciò, possiamo sostenere che il battesimo rigenera il credente ed attua una trasformazione radicale nella sua vita. Egli muore al peccato con Cristo e risorge con Lui a nuova vita. L'immersione nell'acqua e l’emersione simboleggiano la partecipazione del credente alla morte e alla risurrezione di Cristo. Il battesimo, infatti, realizza l’identificazione del cre­dente con Cristo per mezzo della fede e questa unione consente di sperimentare nella sfera spirituale tutto quello che Lui ha provato in quella fisica, quando morì, fu sepolto e risorse.
“Proprio per questa unione in Cristo, Dio, nel battesimo, rende il credente un essere nuovo capace di camminare vittorioso sul peccato e di mettere in pratica gli insegnamenti espressi nel Vangelo”. Gesù prende dimora nel battezzato divenendo il suo unico maestro il quale, nello Spirito Santo, rivela quello che occhio mai vide né orecchio mai udì e che mai è salito in cuore umano (I Cor. 2: 9). Mediante l’unzione dello Spirito, il cristiano viene anche introdotto nel sacerdozio della chiesa e partecipa al ministero profetico, regale e sacerdotale di Cristo.

Il battesimo d'acqua è il segno visibile ed esteriore di una grazia spirituale interiore.
Il credente professa pubblicamente la sua fede in Cristo impegnandosi ad imitare Gesù per tutta la vita e vivere in una co­munità santa che realizza, su questa terra, il Regno di Dio.
Il battesimo, infatti, non è solo un atto individuale che si svolge tra Gesù ed il cre­dente, ma anche un atto comunitario. Il credente non si battezza in acqua da se stesso, ma viene battezzato dalla comunità e per la comunità, tanto che troviamo scritto nella Didachè un'usanza praticata da molte comunità: "Prima del battesimo osservino il digiuno il battezzante e il battezzando e gli altri se possono." (Did.7:4)
Il battezzato viene così incorporato nella chiesa e ne diventa un membro.
Non bisogna escludere che l'acqua sia, inoltre, un simbolo dello Spirito diffuso e quindi non è solo segno di purificazione e di morte redentrice. Possiamo senza alcun dubbio affermare che il battesimo d'acqua è figura del battesimo dello Spirito Santo. La Scrittura parla spesso dello Spirito che cade o viene sparso sui credenti. Il convertito, nel battesimo d’acqua accompagnato dalla formula trinitaria, dichiara davanti alla Comunità riunita che la Trinità regna in lui. Il Padre ed il Figlio dimorano in lui nello Spirito Santo che gli assicura la comunione con Loro.
Il battesimo in acqua è un segno di questo meraviglioso disegno trac­ciato nel credente dalla mano divina.

Purtroppo molti cristiani con il mutare delle situazioni storiche, po­litiche e sociali persero di vista questi significati essenziali del bat­tesimo, soprattutto quando le autorità ecclesiali (allora come oggi vi sono sempre coloro che cercano di appropriarsi del­l'autorità che risiede in ciascuna comunità cristiane per dominare sugli altri!) si allearono con l'Impero romano per goderne vantaggi.
Quando l'imperatore Teodosio nell'anno 380 dichiarò il cristianesimo religione di stato, molti politeisti detti anche pagani (da pagus > villaggio > contadini) che non volevano accettare la religione cristiana, furono perseguitati, grazie anche alla collaborazione delle "au­torità ecclesiastiche", e obbligati con la forza ad entrare nella chiesa (chiesa definita cattolica come cattolico - universale - era l’Impero) con il rito battesimale, senza la necessità di vera conversione del cuore a Cristo.
Ciò diede origine ad una chiesa di massa dove non fu più avvertita l'esigenza di vivere il messaggio di discepolato proposto da Cristo. Addirittura si arrivò ad impartire il battesimo ai neonati affinché con tale atto le autorità (civili ed ecclesiastiche) potessero formalmente dichiararli cristiani e quindi soggetti alle leggi che stabilivano e regolavano la "religione dello stato".
Molti veri credenti provarono disgusto ad identifi­carsi con tale tipo di cristianesimo a buon prezzo e non evangelico, per cui si allontanarono per formare comunità d'amore dove potesse realmente regnare Cristo nonostante fossero poi soggette alla persecuzione.
Infatti anche se attraverso questi eventi il mondo appariva esteriormente falsamente cristianizzato, lo Spirito Santo sempre operava realiz­zando nel corso dei secoli, comunità nelle quali si praticava, al di là di ogni formalismo, il vero insegnamento di Gesù.

Un esempio di quelle vere comunità è stato quello originato dal movimento anabattista.
Le comunità anabattiste ripresero il vero significato originario del battesimo dimostrando coerenza con l'insegnamento del Nuovo Testamento.
Questa coerenza non fu riconosciuta dalle autorità delle chiese di massa (cattolica e protestante) che d'accordo con le autorità stata­li le fecero oggetto di persecuzione. I membri di queste Comunità venivano spregiativamente denominati "anabattisti" perché ribattezzavano coloro che, da infanti, avevano ri­cevuto il battesimo.
Erano stimolati da questa necessità perché non ri­conoscevano ovviamente valido il battesimo dei neonati in quanto, il vero battesimo, in armonia con il Nuovo Testamento deve essere prece­duto dall'accettazione di Cristo come unico Signore e Salvatore e dal­l'impegno di obbedire ai suoi insegnamenti. Del resto loro non si denominarono mai "anabattisti" dato che rico­noscevano un solo battesimo: quello del credente, che era il requisito indispensabile per costituire delle comunità "sante e fedeli a Gesù". I "fratelli in Cristo" o "piccoli di Dio", come preferivano chia­marsi, videro tante falsità e tanta opposizione nelle chiese di massa da essere costretti a rompere con esse per formare comunità in cui il battesimo segnava l'inizio dell'appartenenza a Cristo e quindi una vita dove, abbandonato definitivamente il peccato, si realizzava con l'a­more reciproco e verso tutti (anche verso i propri nemici, co­me comandato da Gesù, rifiutandosi di resistere al malvagio e di porta­re le armi) il Regno di Dio.

Hubmaier, un martire anabattista, attraverso i suoi scritti sottolinea come il battesimo assuma un'importanza fondamentale nella vita del credente e della Comunità. Afferma che per il credente il bat­tesimo d'acqua non è la purificazione dal peccato ma la "risposta" di una buona coscienza a Dio che lo libera dalla schiavitù del peccato creandogli un cuore nuovo capace del vero amore. Infatti Dio, per mezzo del sacrificio di Cristo, ci ha parlato facendoci comprendere che i nostri peccati sono stati cancellati e che nella resurrezione di Cristo ci è donata una nuova vita. Rispondendo con il battesimo in acqua, sostiene Hubmaier, il creden­te testimonia pubblicamente alla Comunità ed al mondo l'accettazione di questi fatti realmente accaduti, per mezzo dello Spirito Santo, nel­la sua vita. Il battesimo in acqua deve quindi essere preceduto dal pen­timento e dalla fede.

Questi aspetti del battesimo sono in armonia con il Nuovo Testamento e ben espressi dal primo degli Articoli di Schleitheim che afferma: il battesimo deve essere dato a tutti coloro che hanno imparato il pentimento e il mutamento di vita e credono veramente che i loro peccati sono stati tolti da Cristo, e a tutti quelli che vogliono camminare nella resurrezione di Gesù Cristo, perché con lui vogliono essere sepolti nella morte per poter con lui risorgere, e a tutti coloro che con questo significato ce lo chiedono, lo desiderano da noi e lo esigono nel loro intimo".
E' essenziale alla vita della comunità perché, secondo Hubmaier, vi deve essere qualche segno esteriore di testimonianza da cui i fratelli e le sorelle si ri­conoscano "uno in Cristo".
Egli sostiene poi, che il credente, prima di essere battezzato, è necessario che venga istruito sui principi fonda­mentali della fede e la comunità deve accertarsi se è ben radicato in essi.
Dopo questo esame segue il voto battesimale ed il battesimo per immersione o per aspersione, secondo la richiesta del battezzando. Hubmaier, infatti, afferma che chi fa il vero battesimo prende i genuini voti battesimali: pubblicamente, il credente, fa voto a Dio di vivere secondo gli insegnamenti di Cristo sottomettendosi all’obbedienza di fede e alla disciplina della comunità, secondo l'ordine di Cristo in Matteo cap. 18, nel caso egli dovesse venir meno ai suoi impegni.
Da ciò emerge anche il reciproco voto da parte della comunità, e precisamente di ogni singolo membro, di impegnarsi ad aiutare il fratello o la sorella nella crescita in Cristo e nell'individuazione dei doni che ha liberamente ricevuto dallo Spirito Santo perché vengano usati per l'edificazione del Corpo di Cristo.
Se il credente non si mantiene nella fede e si allontana dalla comunità, ogni membro, a seguito del voto battesimale, deve essere sensibile alla voce di Cristo che comanda di cercare la pecora smarrita per ricondurla all'ovile. Il corpo di Cristo se è veramente unito dovrà necessariamente sentire la mancanza di funzione e di articolazione di una certa parte di esso e soffrire fino a quando Gesù non guarisce la piaga che si è aperta.

Questi aspetti pratici emergono meditando attentamente il cap. 18 del­l'Evangelo di Matteo. In questo meraviglioso capitolo notiamo uno dei problemi che veniva af­frontato dalla comunità: il peccato commesso dal credente convertito e bat­tezzato.Dato che ogni membro è chiamato a perseguire, con il battesimo, una vi­ta santa, la comunità non permette a nessuno di essi di vivere nel peccato. Matteo infatti ci riferisce: "Se il tuo fratello ha peccato va e ripren­dilo fra te e lui solo" (Mt 18:15).
Con il battesimo ogni membro della co­munità vigila sull'atto di vita del credente e interviene qualora esso non rispecchiasse quella di Cristo. Se nella comunità il credente domandasse da dove deriva l'autorità di ogni membro di essere guardiano del fratello, bisogna rispondere: Dal voto del battesimo con cui il credente si obbliga a vivere secondo gli insegnamenti di Cristo.

Per concludere ampliamo il senso della parola "battesimo" indicando che il Nuovo Testamento parla del battesimo di sofferenza che comporta anche il martirio. L'anabattista Hans Hut coglie questo aspetto, come del resto tutti i fratelli in Cristo che a quei tempi lo subivano quotidianamente, affermando che vi sono tre aspetti dell'unico battesimo che sono inseparabili l'uno d'altro: quello di Spirito, quello d'acqua e quello di sangue. I primi due aspetti che abbiamo esaminato costituiscono i momenti necessari che preparano ad affrontare quello che Hut definiva il battesimo ultimo e supremo che è il martirio. Con il martirio il credente testimonia a Cristo il proprio discepolato e al mondo la propria professione di fede.

(Alcuni passi biblici non specificati nell'articolo ma tenuti presenti nella sua redazione sono: *Mc 16:15-16, *Atti 2:37-41 e 18:18, *Romani 6:4 *I Pt 3:21, *Tito 3:5-7, )

Biagio  Marino.

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