20090312

I principi anabattisti - Articoli di Schleitheim 1527


 



- Il Manifesto Anabattista -

Ad appena due anni dalla nascita, a Zurigo, del Movimento "anabattista", così etichettato dai suoi nemici, i rappresentanti di queste Comunità si videro costretti a riunirsi a Schleitheim, in Svizzera, per evitare che si infiltrassero tra loro personaggi e dottrine che nulla avevano a che fare con le caratteristiche del movimento e che anzi avrebbero potuto vanificare la testimonianza del loro annuncio evangelico.
Grazie al Fraterno Accordo che ne scaturì, siamo in possesso delle originarie istanze di questo Movimento che ad altro non mirava se non a rendere il messaggio di Gesù aderente al suo Vangelo.
Il redattore dei Sette Articoli di Schleitheim fu Michael Sattler, una delle figure più significative del Gruppo iniziatore del Movimento.
Scoperta la sua attività di evangelizzatore, Sattler venne individuato ed arrestato a Horb con la moglie e altri fratelli, mentre ritornava da Schleitheim portando con sé i “ Sette Articoli ”.

Venne martirizzato il 20 maggio 1527, a meno di tre mesi dalla stesura dell’Accordo Fraterno.

Derossi Roberto



Testo integrale

FRATERNO ACCORDO
DI ALCUNI FIGLI DI DIO
CONCERNENTE SETTE ARTICOLI

- Schleitheim -
(Canton Schaffhausen, Switzerland)
24 febbraio 1527


Gioia, pace e misericordia dal nostro Padre per l’opera espiatrice del sangue di Cristo Gesù, insieme ai doni dello Spirito, che è inviato dal Padre a tutti i credenti per dare loro forza, costanza e consolazione in ogni tribolazione sino alla fine, Amen.
Ciò auguriamo a tutti coloro che amano Dio, figli della luce, sparsi ovunque, come è stato disposto da Dio nostro Padre, e ovunque radunati con un medesimo zelo in un solo Dio e Padre di tutti noi: la grazia e la pace del cuore sia con tutti voi, Amen.
Diletti fratelli e sorelle nel Signore, ci sta a cuore sommamente, ed in primo luogo, il vostro conforto e il rafforzamento della vostra coscienza (che talvolta è stata turbata), affinché non siate separati da noi come stranieri, quasi esclusi, e possiate rivolgervi di nuovo alle vere membra piantate da Cristo, che sono pazienti e armate della Sua conoscenza, e così possiate riunirvi di nuovo a noi in forza dello spirito divino e cristiano e dello zelo verso Dio.
E‘ anche manifesto con quanta astuzia il diavolo ci abbia sviati, per distruggere e porre termine all’opera di Dio che è stata in parte avviata tra noi con misericordia e grazia. Ma Cristo, il vero Pastore delle nostre anime, che ha iniziato quest’opera in noi, di certo la guiderà e l’insegnerà per il suo onore e la nostra salvezza, Amen.
Amati fratelli e sorelle, noi che ci siamo riuniti nel Signore a Schleitheim, possiamo comunicare a tutti coloro che amano Dio, che ci siamo accordati su alcuni punti e articoli ai quali dobbiamo attenerci nel Signore, quali obbedienti bambini di Dio. Come figli e figlie che sono, e devono essere, separati dal mondo in ogni cosa, completamente in pace. A Dio sia l’unica lode e gloria poiché ciò è avvenuto con piena soddisfazione e senza alcun contrasto tra i fratelli. In questo abbiamo percepito l'unità dello Spirito, del nostro Padre e del nostro comune Cristo con noi. Infatti il Signore è il Signore della pace e non della discordia, come ci ricorda Paolo (1).

Ciò premesso vi informiamo su quali articoli è avvenuto il nostro accordo.
Da alcuni falsi fratelli è stato introdotto tra noi uno scandalo molto grave, alcuni infatti si sono allontanati dalla fede ritenendo erroneamente di poter usare e praticare la libertà dello spirito e di Cristo. Costoro però hanno smarrito la verità e si sono abbandonati alla lussuria, alla libertà carnale e hanno creduto che la fede e l’amore possono fare e tollerare tutto, e che ciò non sia per loro né dannoso né riprovevole, dal momento che hanno la fede.
Badate, voi membra di Dio in Cristo Gesù, che la fede nel Padre celeste mediante Gesù Cristo, non ha questa forma, non opera né produce cose simili, come questi falsi fratelli e sorelle fanno e insegnano. State in guardia e siate ammoniti di fronte a gente simile, poiché essa non serve il Padre nostro, ma il loro padre, il diavolo.
Ma non così voi. Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la loro carne insieme a tutte le loro passioni e desideri (2). Voi ci capite bene e riconoscete i fratelli a cui noi pensiamo. Separatevi da loro perché sono perversi. Preghiamo il Signore perché riconoscano la verità e facciano penitenza, e per noi, affinché possiamo avere la perseveranza di mantenere la strada presa secondo l’onore di Dio e del suo figlio Cristo, Amen.

Gli articoli che abbiamo trattato e sui quali ci siamo trovati d’accordo sono questi:

1. il Battesimo
2. la Scomunica
3. lo Spezzare del pane
4. la Separazione dagli abomini
5. i Pastori della comunità
6. la Spada
7. il Giuramento


1. In primo luogo così pensiamo del Battesimo:
il battesimo deve essere dato a tutti coloro che hanno imparato il pentimento e il mutamento di vita e credono veramente che i loro peccati sono stati tolti da Cristo, e a tutti quelli che vogliono camminare nella resurrezione di Gesù Cristo, perché con lui vogliono essere sepolti nella morte per poter con lui risorgere, e a tutti coloro che con questo significato ce lo chiedono, lo desiderano da noi e lo esigono nel loro intimo. Per questo viene escluso ogni battesimo degli infanti, il primo ed il più grande abominio del papa. Di ciò abbiamo fondamento e conferma nella Scrittura e negli apostoli (3).
A ciò vogliamo attenerci con semplicità, e tuttavia con fermezza e certezza.

2. In secondo luogo così ci siamo trovati d’accordo sulla Scomunica:a s
per camminare nei suoi comandamenti, e con tutti coloro che sono stati battezzati nel medesimo corpo in Cristo, facendosi chiamare fratelli e sorelle, e che tuttavia talvolta scivolano o cadono in qualche mancanza o peccato, o ne sono inconsciamente sorpresi. Costoro dovranno essere ammoniti per due volte in segreto e la terza volta pubblicamente di fronte alla Comunità, penitenziati o scomunicati secondo il comandamento di Cristo (4). Ma ciò deve essere fatto, secondo l’ordine dello Spirito di Dio (5), prima che si spezzi il pane, in modo che si possa spezzare e mangiare di un solo pane e bere da un medesimo calice.

3. In terzo luogo ci siamo trovati d’accordo e abbiamo concordato sullo Spezzare del pane:
tutti coloro che desiderano spezzare un medesimo pane in memoria del corpo spezzato di Cristo e tutti quelli che vogliono bere da un medesimo calice in memoria del sangue versato di Cristo, devono prima essersi congiunti con il battesimo in un solo Corpo di Cristo, cioè nella Comunità di Cristo della quale Egli è il capo. Come sottolinea Paolo (6), non si può allo stesso tempo essere partecipi alla mensa del Signore e a quella del demonio; allo stesso tempo non si può bere dal calice del Signore e da quello del diavolo. Tutti coloro che hanno comunione con le opere morte delle tenebre, non partecipano affatto alla luce; così tutti quelli che seguono il diavolo e il mondo non fanno parte di coloro che sono chiamati a Dio, fuori da questo mondo. Tutti coloro che giacciono nel male, non hanno parte nel bene. Così dunque può e deve essere: chi non è stato chiamato da un unico Dio ad un’unica fede, ad un unico battesimo, ad un unico spirito, ad un medesimo corpo (7), con tutti i figli della Comunità di Dio, non può diventare un unico pane con loro, come deve accadere, se si vuole veramente spezzare il pane secondo il comando di Cristo.

4. In quarto luogo ci siamo trovati d’accordo sulla Separazione:
dobbiamo separarci dal male e dalla cattiveria che il diavolo ha piantato nel mondo, di modo che non si abbia alcuna comunione con i malvagi e non ci si mescoli a questi nei loro abomini. Infatti tutti coloro che non vivono nell’obbedienza della fede, e non si sono uniti a Dio per adempiere alla sua volontà, sono un grande abominio di fronte a Dio; perciò non possono che scaturire e crescere da loro che opere abominevoli. Ora nel mondo e in tutto il creato non vi sono che buoni e malvagi, credenti e increduli, tenebre e luce, quelli che sono del mondo e quelli che non lo sono, templi di Dio e idoli, Cristo e Belial. Nulla di ciò può confondersi (8). Ora può essere chiaro il comando del Signore, quando ci invita ad essere separati dal male, Egli, così, potrà essere il nostro Dio e noi i suoi figli e figlie (9).
Egli ci esorta ad uscire da Babilonia e dall’Egitto terreno, per non essere partecipi delle sofferenze e degli affanni che il Signore arrecherà loro. Da tutto ciò dobbiamo imparare che tutto quello che non è con Dio e con Cristo non è altro che abominio ed è ciò che dobbiamo evitare e fuggire. Con ciò intendiamo tutte le opere papiste e neopapiste (10), i servizi divini, le adunanze, i pellegrinaggi, i bagordi, le connivenze e i patti con gl’infedeli e altre cose simili, che il mondo tiene invece in alta considerazione ma che sono totalmente opposte ai comandi di Dio, e conformi a tutta l’ingiustizia presente nel mondo.
Da tutte queste cose dobbiamo essere separati senza averne parte alcuna perché sono un abominio che ci fa odiare di fronte al nostro Cristo Gesù, che ci ha liberato dalla schiavitù della carne e ci ha costituiti al servizio di Dio per mezzo dello Spirito che ci ha dato. Perciò saranno da noi respinte, necessariamente, anche le armi non cristiane, anzi diaboliche, della violenza, come lo sono le armi, in ogni loro uso, anche a favore degli amici contro i nemici, in forza della parola di Cristo: “ non dovete resistere al malvagio “ (11).

5. In quinto luogo ci siamo trovati d’accordo sui Pastori della Comunità di Dio:
Il pastore della Comunità di Dio deve essere, sulla base di quanto prescrive Paolo (12), una persona che abbia in tutto e per tutto una buona testimonianza da coloro che non sono credenti. Il suo ufficio consiste nel leggere, esortare ed insegnare, ammonire, punire, scomunicare a nome della Comunità, ed insegnare a tutti i fratelli e le sorelle a pregare per il proprio emendamento. Esso sarà il primo a spezzare il pane e dovrà avere cura di tutte le cose del Corpo di Cristo, perchè possa crescere e svilupparsi, così da ammutolire i calunniatori. Dovrà essere mantenuto, se fosse privo di mezzi, dalla Comunità che lo ha eletto, in modo che chi serve il Vangelo viva del Vangelo, come il Signore ha ordinato (13).
Se però un pastore facesse qualcosa che comportasse un’ammonizione, non gli deve essere fatto nulla senza che vi siano due o tre testimoni, e se ha peccato deve essere punito di fronte a tutti, così che gli altri abbiano timore. Se poi un pastore fosse destituito o fosse condotto al Signore attraverso il martirio, subito deve esserne eletto un altro al suo posto affinché il piccolo gregge e popolo di Dio non sia distrutto.

6. In sesto luogo ci siamo trovati d’accordo sulla Spada:

la spada è disposta da Dio al di fuori della perfezione di Cristo. Essa punisce e uccide i malvagi e protegge e difende i buoni.
Sotto la Legge, la spada è stata disposta a punizione e morte dei malvagi ed il suo uso è stato rimesso al potere secolare (14).
Nella perfezione di Cristo però è usata solo la scomunica, per richiamare ed escludere colui che ha peccato, senza ucciderne il corpo (15), ma semplicemente mediante il rimprovero e l’invito a non peccare più (16).
Ora molti che non riconoscono che questa sia la volontà di Cristo per noi, si chiedono se un cristiano possa e debba usare la spada contro i malvagi per la protezione e la difesa del bene e per amore. La risposta, all’unanimità, è questa: Cristo ci insegna e ci comanda che dobbiamo imparare da Lui, il quale è mite e umile di cuore, e così troveremo quiete per le nostre anime (17). Ora Cristo non dice alla donna colta in adulterio, che deve essere lapidata secondo la Legge dei padri, (ed aggiunge: “Come il Padre mi ha comandato, così io faccio” (18), ma parla secondo la misericordia e il perdono e l’ammonizione a non più peccare (19), anche noi dobbiamo adottare un atteggiamento simile in merito alla scomunica.

In secondo luogo viene chiesto a proposito della spada, se un cristiano deve pronunciare giudizi o sentenze nelle contese e nei litigi secolari, che i non credenti hanno l’uno contro l’altro. Questa è la nostra risposta unitaria: Cristo non ha voluto decidere o giudicare tra fratelli e fratelli a causa di un’eredità, ma si è rifiutato di farlo (20). Pertanto anche noi dobbiamo fare altrettanto.

In terzo luogo ci è stato chiesto a proposito della spada, come deve comportarsi un cristiano se fosse eletto ad una funzione politica? La risposta è la seguente: volevano che Cristo diventasse il loro re, ma egli fuggì (21) perché non riteneva che ciò fosse la volontà del Padre suo; anche noi dobbiamo comportarci così, imitandolo, per non camminare nelle tenebre. Egli stesso dice (22): “ Chi vuol venire dietro me rinunzi a se stesso, prenda la sua croce su di sé e mi segua “. Inoltre egli vieta la violenza delle armi e dice (23). “ I principi secolari signoreggiano… ma non così voi “. Paolo, poi, dice (24): “ Quelli che egli ha predestinato, li ha anche chiamati perché devono essere conformi all’esempio di suo figlio…”. Anche Pietro dice (25): “ Cristo ha patito, non signoreggiato e ci ha lasciato un esempio perchè voi seguiate le sue orme “. Infine si deve osservare che a un cristiano non è permesso di ricoprire cariche di governo nello stato, per i seguenti motivi: il potere politico è secondo la carne, mentre il cristiano è secondo lo spirito; le sue case e le sue dimore sono materiali in questo mondo, ma la casa del cristiano è in cielo (26); le armi delle sue contese e delle sue guerre sono carnali e solo contro la carne, ma le armi del cristiano sono spirituali e contro la forza del diavolo. Le autorità di questo mondo sono munite con ogni sorta di armi, ma i cristiani sono muniti coll’armatura di Dio, con la verità, la giustizia, la pace, la fede, la salvezza e con la Parola di Dio (27). In breve, quali sono le intenzioni di Cristo, nostro capo, tali, per suo mezzo, devono essere quelle delle membra del suo corpo, così che non vi sia nel corpo nessuna separazione che lo possa distruggere, perché ogni regno in sé diviso, verrà distrutto (28).

Ora poiché Cristo è tale come di Lui è scritto, così devono essere le sue membra, affinché il suo corpo resti integro e unito per l’emendazione e l’edificazione.

7. In settimo luogo siamo stati concordi sul Giuramento:
il giuramento è una conferma tra quelli che litigano o fanno promesse, ed è stato imposto dalla Legge che si debba fare unicamente nel nome di Dio, in modo veritiero e non falso. Cristo, che insegna la perfezione della Legge, vieta ai suoi ogni giuramento, o vero o falso, sia per il cielo che per la terra, sia su Gerusalemme che sulla nostra testa e ciò per questa ragione, come dice subito dopo (29),: “Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero “. Guardate, ogni giuramento è vietato per questo, perché non possiamo garantire nulla di quello che viene promesso in un giuramento, perché noi non possiamo mutare la più piccola parte di noi stessi.
Ora ci sono alcuni che non vogliono prestare fede al semplice comandamento di Dio, ma affermano: “ Ebbene Dio ha giurato ad Abramo per se stesso, perché egli era Dio, quando gli promette che gli vorrà bene e che sarà suo Dio se osserverà il suo comandamento; perché dunque non dovrei giurare anch’io, quando prometto qualcosa ad uno ? “. Risposta: ascolta quello che dice la Scrittura (30): “Dio allora volendo provare ancor meglio agli eredi della promessa che la sua decisione non vacilla, ha interposto un giuramento, acciocché da due cose immutabili – poiché è impossibile che Dio menta – noi avessimo una ferma speranza. Comprendete il significato di questo scritto: Dio ha la potestà di fare quello che a te vieta perché a Lui tutto è possibile. Dio ha prestato un giuramento ad Abramo, dice la Scrittura, per dimostrare che la sua decisione non vacilla, cioè, niente può contrastare e impedire la sua volontà, e perciò Egli può mantenere il giuramento. Ma noi non possiamo, come sopra è affermato da Cristo, né mantenerlo, né farlo; perciò non dobbiamo giurare.
Ora alcuni affermano che nel Nuovo Testamento non è vietato giurare per Dio e tuttavia nel Vecchio è comandato, ed è vietato solo giurare per il cielo e per la terra, per Gerusalemme e per il nostro capo. Noi rispondiamo, ascolta la Scrittura (31): chi giura per il cielo giura per il trono di Dio e per colui che vi siede sopra. Comprendiate, se giurare per il cielo che è solo il trono di Dio è vietato, quanto più è vietato giurare per Dio stesso? Voi pazzi e ciechi, dite, cos’è più grande, il trono o chi vi si siede sopra?
Alcuni, inoltre, affermano: “ Se ora è ingiusto usare Dio per affermare la verità, allora anche gli apostoli Pietro e Paolo hanno giurato ? (32)“. Pietro e Paolo, noi diciamo, confermano solo quello che da Dio è stato promesso ad Abramo per mezzo del giuramento, essi non promettono nulla, come l’esempio indica chiaramente. Testimoniare e giurare sono due cose diverse. Quando si giura si promettono, innanzi tutto, cose future, come Cristo è stato promesso al vecchio Abramo, e che noi dopo lungo tempo abbiamo ricevuto. Se invece si testimonia, allora si attesta se una cosa presente è buona o cattiva, come Simone dice di Cristo a Maria e testimonia: “Ecco questi è posto a rovina e a resurrezione di molti in Israele e per segno di contraddizione” (33). Anche Cristo ci ha insegnato cose simili quando ha dice: “ Il parlare vostro sia sì, sì e no, no “ affinché non sia frainteso che egli ammetta il giuramento. Cristo è sì e no, e tutti quelli che lo cercano con semplicità intendono la sua parola, Amen.

Amati fratelli e sorelle nel Signore, questi sono gli argomenti che alcuni fratelli hanno erroneamente frainteso confondendo molte coscienze deboli. Perciò il nome di Dio è stato diffamato in maniera gravissima ed è stato necessario che ci accordassimo nel Signore. Dio sia lodato e ringraziato, così come è avvenuto.
Ora avete chiaramente inteso la volontà di Dio come è presentata da noi e sarà quindi necessario che adempiate con costanza e tempestività la riconosciuta verità di Dio: sapete bene quale sia il compenso del servo che pecca deliberatamente. Tutto quello che voi avete fatto inconsapevolmente o confessato di aver fatto ingiustamente, vi è perdonato mediante la preghiera di fede celebrata comunitariamente per tutte le nostre mancanze e le nostre colpe mediante il misericordioso perdono di Dio e il sangue di Gesù Cristo, Amen.
State in guarda da tutti coloro che non camminano in conformità alla semplicità della verità che in questa lettera è stata esposta e ordinata da tutti noi riuniti affinché ognuno tra noi sia retto dalla regola della scomunica e da ora in avanti sia impedito ai falsi fratelli e sorelle l’accesso tra noi. Separate da voi ciò che è malvagio, allora il Signore sarà vostro Dio e voi sarete i suoi figli e figlie (34).

Amati fratelli, riflettete sull’ammonizione di Paolo a Tito (35): Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunziare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. Egli ha dato sé stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone. Pensate ed esercitatevi in questo, allora il Signore della pace sarà con voi.
Il nome di Dio sia benedetto in eterno e altamente lodato, Amen.
Il Signore vi dia la sua pace, Amen.

da Scheitheim, 24 febbraio 1527.

(1) 1 Cor. 14, 33
(2) Gal. 5, 24

(3) Mt. 28, 19; Mc. 16, 16; Atti. 2,38; 8, 36; 16, 31-36; 19, 4.
(4) Mt. 18, 15.
(5) Mt. 5.
(6) 1 Cor. 10, 21.
(7) Ef. 4
(8) 2 Cor. 6, 14-16.
(9) 2 Cor. 6, 17.
(10) “ neo-papiste ”: fa riferimento ai culti zwingliani e luterani che accettavano di essere religione di stato e di massa, sulla base del battesimo infantile. Nel frattempo erano iniziate le persecuzioni nei loro confronti e, come detto nell'introduzione, Michael Sattler, promotore dell’incontro, verrà arso al rogo poco meno di tre mesi dopo l'incontro di Schleitheim.
(11) Mt. 5, 39.
(12) I Tim. 3, 7.
(13) I Cor. 9, 14.
(14) Rm. 13, 1 e ss.
(15) Viene ribadito il principio della libertà religiosa e nega al potere ecclesiastico e civile di uccidere o usare qualsivoglia violenza a coloro che dissentono dalle “ loro ” verità. (n.d.r.)
(16) Gv. 8, 11
(17) Mt. 11, 29.
(18) Gv. 8, 28.
(19) Gv. 8, 11
(20) Lc. 12, 13
(21) Gv. 6, 15
(22) Mt. 16, 24.
(23) Mt. 20, 25.
(24) Rm. 8, 30.
(25) I Pt. 2, 21.
(26) Fil. 3, 20.
(27) Ef. 6, 13-17
(28) Mt. 12, 25.
(29) Mt. 5, 34-36.
(30) Ebr. 6, 17 e ss.
(31) Mt. 23, 22.
(32) Rm. 1, 9, 2 Cor. 1, 23; 11, 31; Fil. 1,8.
(33) Lc. 2, 34
(34) 1Cor. 6,17.
(35) Tit. 2, 11-14.
 
 

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